LA PRIMA GUERRA MONDIALE Dopo la tragica conclusione della dodicesima battaglia dell’Isonzo e la rottura del fronte italiano a Caporetto, l’esercito italiano ripiega sul Piave. Il Monte Grappa a partire da questo momento diventa meta ambita dall’esercito austro-ungarico, che spera di conquistare per approdare poi nella pianura veneta. Obbiettivo: colpire alle spalle il nostro schieramento sul Piave, dal Montello al mare. Le truppe italiane, pur essendo stremate, affrontano con grande impegno le gravi condizioni logistiche e tattiche. Dirette dal Comandante Supremo, Generale Luigi Cadorna, costruiscono una nuova barriera difensiva atta ad arrestare definitivamente il nemico. Le tre battaglie affrontate con estremo eroismo e grandi sacrifici umani portano alla definitiva conquista italiana del Monte Grappa.
LA BATTAGLIA DI ARRESTO (14 NOVEMBRE – 27 NOVEMBRE 1917) La prima battaglia difensiva – quella di arresto dell’avanzata nemica – si suddivide in due momenti cruciali: dal 14 al 26 novembre e dall’11 al 21 dicembre 1917. L’esercito austro – ungarico, munito di ogni tipo di artiglieria, il 14 novembre attacca massicciamente le nuove linee avanzate, tra Cismon e Piave. Il Monte Grappa diventa teatro di un aspra e cruenta battaglia condotta con ogni tipo mezzo di distruzione: dalle granate di grosso calibro, ai lancia fiamme, ai gas asfissianti. La difesa italiana viene così a poco a poco sgretolata, attaccata sui fronti est ed ovest. Dal 16 novembre vengono via via coinvolti il M. Tomatico, il M. Roncone e il Prasolan; poi, dal 20 novembre: Col Caprile, M. Pertica, M. Fontanasecca, Col della Beretta, M. Solarolo, M. Spinoncia e M. Tomba. Il 26 novembre, la brigata “Aosta”, reparti del 94° fanteria e del battaglione alpino “Val Brenta” respingono da Col Beretta la divisione austro – ungarica “Edelweiss”. Termina così la prima fase della battaglia di arresto. Nonostante la feracità e la superiorità numerica delle truppe austro-ungariche, l’esercito italiano riesce ad ottenere una prima vittoria. Tuttavia, l’11 dicembre il nemico riprende l’offensiva e conquista Valderoa e l’Asolone. I successivi attacchi vengono respinti ed il 21 dicembre il nemico desiste da ogni ulteriore tentativo. La battaglia d’arresto è così vinta.
LA BATTAGLIA DIFENSIVA (28 NOVEMBRE – 31 DICEMBRE 1917) Durante la tregua invernale, vengono effettuate nuove opere di difesa, con lavori in roccia, trinceramenti, postazioni e reticolati. Viene scavata nella viva roccia, al di sotto della cima del massiccio, la famosa galleria Vittorio Emanuele III lunga 5 km. L’opera – vero capolavoro d’ingegneria militare – è dotata di formidabili postazioni di artiglieria in caverna e di sbocchi offensivi per i contrattacchi. Nella notte del 15 giugno 1918 si combatte la grande battaglia che prende poi il nome di Battaglia del Solstizio. L’attacco improvviso ma non inatteso dal nostro Comando Supremo riesce a far scatenare un potente tiro di contropreparazione quasi contemporaneamente a quello di preparazione delle artiglierie nemiche, riducendone sensibilmente gli effetti distruttivi. Sul Grappa gli austriaci protetti da una fitta nebbia, riescono a spingere le proprie pattuglie fino al ponte San Lorenzo ed a raggiungere lo spartiacque dei Solaroli. Ma nella giornata successiva, il 16 giugno, i nostri irresistibili contrattacchi riescono a ricacciare il nemico da quasi tutte le posizioni conquistate. Sul basamento della colonna romana collocata a Ponte San Lorenzo, la nostra vittoriosa reazione è ricordata dall’epigrafe: “Qui giunse il nemico e fu respinto per sempre il 15 giugno 1918”.
LA BATTAGLIA OFFENSIVA (1 GENNAIO – 31 OTTOBRE 1918) Il compito affidato alla IV Armata del Grappa era quello d’irrompere nel solco feltrino per facilitare l’azione di rottura sul Piave verso Vittorio Veneto. All’alba del 24 ottobre 1918 inizia – questa volta per iniziativa dell’esercito italiano – la terza battaglia del Grappa. La battaglia, preceduta dal violento tiro di preparazione della nostra artiglieria, si sviluppa sull’Asolone, Cima Pertica, Osteria del Forcelletto, Prassolan e Valderoa, dove d’impeto vengono raggiunti importanti successi, nonostante la tenace difesa ed i ripetuti contrattacchi mossi dal nemico il 27 e 28 ottobre, contro il Pertica ed il Valderoa. Il 29 ottobre la IV Armata, in concomitanza della grande battaglia offensiva del Piave, balza in avanti in tutti i settori, irrompe come una valanga sul nemico e ne travolge ogni residua resistenza. Alle ore 15 del 3 novembre (ora dell’armistizio) l’Armata raggiunge la linea Borgo in Valsugana – Fiera di Primiero in Val Cismon. La battaglia è vinta e con essa la guerra!
LA SECONDA GUERRA MONDIALE La Seconda Guerra Mondiale, ed in particolare il periodo che va dalla caduta del fascismo (25 luglio 1943) al suo ritorno al potere dopo alcuni mesi (8 settembre) nel bassanese si formano le brigate partigiane antifasciste che si concentrano per la maggior parte sul Massiccio del Grappa, in modo da controllare la Valsugana, via di collegamento della Germania con le forze naziste operanti in Italia. Nel luglio del 1944 i nazi-fascisti rispondono alla guerriglia avviata dai partigiani con un tragico rastrellamento nel quale impiegano 15-20.000 uomini per scovare ed affrontare 1500 partigiani celati nei borghi e nelle pendici della montagna. I combattenti che non vennero uccisi sul posto, vennero impiccati pubblicamente nella vicina Bassano del Grappa. In loro onore, vicino all’Ossario viene posta una statua in bronzo, il Monumento al Partigiano, opera dello scultore Augusto Murer.
IL MUSEO DIFFUSO Il Grappa, con il suo carico di storia, rimane a tutt’oggi punto di riferimento e simbolo dell’identità italiana. Le cime del massiccio che furono teatro della fase finale del primo conflitto mondiale, costituendo un’unica linea con il Piave e l’Altipiano, mostrano a chi si spinge fin quassù, le testimonianze storiche di quell’evento. Il materiale raccolto in questi ormai novant’anni dalla fine del conflitto si trova in numerosi musei e mostre sparsi un po’ dovunque. Ma certamente i segni più rimarchevoli che il paesaggio montano del Grappa offre al turista o all’escursionista appassionato di storia sono sentieri di guerra, camminamenti, trincee e mulattiere che percorrono tutti i versanti del massiccio. In proposito non solo sono stati ripristinati vecchi sentieri di guerra ma anche trincee di quello che fu, per almeno un anno, il fronte vero e proprio.
IL PROGETTO Grazie a un lungo lavoro di ricerca storica e di recupero di manufatti costruiti in epoca bellica, realizzato con i fondi del programma Interreg IIIA Italia-Austria nell’ambito del progetto denominato “Il museo diffuso del Grappa, dal Brenta al Piave”, oggi è possibile ripercorrere la linea del fronte della Grande Guerra, lungo la quale soldati di tutto il mondo vissero e morirono a pochi metri di distanza.
“Il museo diffuso del Grappa dal Brenta al Piave” è un progetto nell’ambito del quale è stata data visibilità a diversi siti storici, recuperati e in alcuni casi salvati dal degrado, e con cui è stato possibile approfondire la conoscenza di fatti e personaggi legati alla Grande Guerra. E’ stato realizzato dalla Comunità Montana Feltrina in qualità di soggetto capofila, in collaborazione con i Comuni di Alano di Piave, Arsié, Quero, Seren del Grappa e Vas, con le Comunità Montane del Grappa (TV) e del Brenta (VI) e con il Comune di Cison di Valmarino (TV). Promosso dalla Regione Veneto, che lo ha inserito tra i progetti Interreg a “regia” regionale, è stato portato avanti con la cooperazione di diversi partner austriaci: l’associazione Altfinstermünz e la fortezza Kufstein del Tirolo, il Tiroler Landesarchiv di Innsbruck e l’associazione Dolomitenfreunde della Carinzia. Nell’ambito del progetto sono stati recuperati manufatti bellici, trincee, camminamenti, postazioni e osservatori; sono stati inoltre realizzati studi di approfondimento che hanno condotto alla realizzazione di nuove pubblicazioni a carattere storico, all’organizzazione di mostre e alla pubblicazione di guide; infine, è stato curato il completamento del Museo storico territoriale di Campo ad Alano di Piave e del Museo del Piave “Vincenzo Colognese” di Caorera a Vas, entrambi dedicati alla storia della Grande Guerra. Oggi, dalle alture del Massiccio del Grappa alle propaggini minori (Monte Palon, Monfenera, Monte Asolone, Meatte) fino all´imbocco della Valsugana (Brenta) e alle pendici bellunesi (Piave) è possibile visitare luoghi di grande interesse, inseriti in un contesto naturale e paesaggistico di rara bellezza. Il visitatore può scegliere tra diversi itinerari, con differente livello di difficoltà e diversa durata. La segnaletica informativa installata presso i diversi siti consente al turista di orientarsi con facilità e di approfondire i temi storici.
L’iniziativa ha sviluppato il tema della Grande Guerra considerando innanzitutto la storia di quei tanti giovani che combatterono su queste terre. Realizzato con lo sguardo rivolto all´importanza della pace, il museo diffuso è il risultato della collaborazione tra quegli stessi popoli che nel corso del conflitto del 1915-18 si contrapponevano come nemici.